Un tempo le ciaspole erano fatte da un intreccio di corde su un supporto di legno, i montanari e i cacciatori le legavano agli scarponi per non affondare nella neve fresca.
In passato, quando le strade erano poco battute o non esistevano, l’unico modo per
spostarsi da un paese all’altro o per andare a caccia nei boschi era a piedi; quindi da qui è nata l’esigenza di costruire un attrezzo che non faceva sprofondare il piede nella neve per agevolare la camminata.
Si utilizzavano delle vere e proprie racchette costruite in legno e corde, da posizionare sotto i piedi e fissate con dei laccioli agli scarponi.
Queste permettevano di fare molta meno fatica e soprattutto non facevano sprofondare completamente i piedi nella neve, facendoli quasi galleggiare.
Con l’arrivo delle automobili, delle strade e quindi di mezzi in grado di spazzare la neve, questo attrezzo è diventato più un accessorio da museo. Il turismo e il crescente interesse alle attività “sportive” in montagna, quali escursionismo, alpinismo e sci, le hanno in un certo modo rispolverate riportandole alla luce.
Oggi le racchette da neve, vengono utilizzate da molti escursionisti per poter affrontare percorsi in ambienti innevati.
COSA SONO
Le ciaspole o racchette da neve sono un particolare strumento progettato per consentire di spostarsi agevolmente sulla neve a piedi.
Le racchette sono indicate per i pendii non troppo scoscesi, per camminate tra i boschi, nelle radure o sulle strade forestali innevate, inoltre si possono percorrere senza problemi i nevai anche nel tardo inverno.
Il materiale di partenza (legno) è stato negli anni migliorato: i vecchi cerchi di legno e cuoio divennero racchette da neve, prodotte con materiali particolarmente leggeri e decisamente adatti ai movimenti dell’uomo. Le racchette moderne sono realizzate in diversi materiali e con diverse fattezze, dal quale dipende il diverso uso a seconda dei tipi di neve ed agli itinerari e, ovviamente, il prezzo.
Sono realizzate con uno stampo in plastica, oppure dispongono di un’intelaiatura in alluminio con la superficie d’appoggio in neoprene o poliuretano.
Sono dotate di attacchi snodabili che permettono una camminata abbastanza naturale, in certi modelli lo snodo può essere regolato a seconda del terreno da percorrere.
Ci sono delle racchette con un alzatacco che permette di ridurre lo sforzo sul ripido,
oppure regolabili nella lunghezza mediante una prolunga adattabile al tipo di terreno ed innevamento.
Tutte hanno sotto l’attacco dei ramponcini fissi più o meno larghi, in corrispondenza della punta degli scarponi e del calcagno, che agevolano la tenuta su neve dura o ghiacciata.
Si usano abbinate ai bastoncini telescopici che in estate servono per camminare oppure a quelli da sci per mantenere l’equilibrio.
Con le racchette da neve è possibile percorre percorsi su terreni innevati con neve
fresca che altrimenti sarebbe impossibile affrontare.
La scelta del tipo di racchette dipende da alcuni fattori importanti: la frequenza
d’utilizzo, il rapporto peso corporeo e dimensione della racchetta, gli itinerari che si
intendono percorrere, su neve profonda e terreno per lo più pianeggiante si usano
racchette lunghe, in terreno ripido racchette corte e maneggevoli.
Famosa è la corsa con le racchette chiamata “Ciaspolada” organizzata in Val di Non alla quale hanno partecipato quest’anno 6.000 persone.
TIPI DI CIASPOLE
Le racchette da neve si suddividono grossomodo in tre grandi categorie:
- Ciaspole a Fagiolo
Sono le più economiche e tecnicamente le più antiche. Hanno la forma tipica di un fagiolo con la struttura perimetrale generalmente realizzata in materiale plastico, mentre il reticolato interno e realizzato con un intreccio di cordini.
Sono normalmente utilizzate in superfici pianeggianti e con scarsissima pendenza, non hanno snodi.
Sono attrezzi poco usati in ambito escursionistico.
Di pregio sono molto leggere. - Ciaspole Canadesi
Sono le racchette più grandi (quasi un metro,) hanno una forma molto ovalizzata con una lunga coda, normalmente vengono realizzate in materiale plastico, sono dotate di snodo, alzatacco e attacchi per gli scarponi.
Questo tipo di racchette, molto più tecniche delle Fagiolo, hanno un ottimo galleggiamento sulla neve, sono indicate per facili percorsi e spesso grazie alla semplicità e alla linearità vengono utilizzate anche per la corsa con le racchette.
Esistono diverse lunghezze a seconda del piede e del tipo di utilizzo.
Di contro hanno l’ingombro sullo zaino e il prezzo piuttosto elevato.
Non sono molto indicate per percorsi ripidi e con neve dura. - Ciaspole Moderne
Sono la soluzione ormai più utilizzata ed evoluta.
Hanno un buon compromesso tra leggerezza, ingombro e presa sulla neve.
Hanno una forma intermedia tra le prime due, sono normalmente realizzate in materiale plastico, dotate di ramponcino anteriore per fare più presa su pendii ripidi, piccoli denti metallici sul fondo, snodo, alzatacco, e attacchi automatici e semiautomatici per gli scarponi.
Sono le più tecniche e anche costose, meno galleggianti di quelle canadesi, ma soddisfanno la maggior parte degli escursionisti che si vogliono avventurare in gran parte dei percorsi desiderati.
Per le peculiarità tecniche che hanno risultano adatte anche per terreni ripidi.
UTILIZZO DELLE CIASPOLE
L’utilizzo delle ciaspole è sostanzialmente semplice, ciò che però bisogna valutare
attentamente è il tipo di percorso, la neve e il rischio valanghe.
Le racchette moderne sono dotate di snodo con il telaio per sorreggere lo scarpone.
Nella parte anteriore del telaio, in corrispondenza dello snodo si trova l’alloggiamento per la punta dello scarpone, in molti modelli è costituito da una nicchia in materiale plastico e da due laccetti per regolarne l’altezza.
Nella parte posteriore del telaio è presente una seconda nicchia per il tacco.
Questa è a scorrimento con delle tacche di bloccaggio ed è regolabile a seconda della dimensione dello scarpone.
Il fissaggio dello scarpone sulla racchetta deve essere ben saldo impedendo qualsiasi movimento dello scarpone; questo serve ad evitare che durante il cammino, soprattutto in passaggi più tecnici, si possa perdere la racchetta o addirittura scivolare.
Sulla parte posteriore della racchetta invece si trova il sistema di bloccaggio dello
snodo, questo permette di tenere la racchetta completamente ancorata alla suola dello scarpone, oppure di lasciare libero lo snodo lasciando libertà di movimento della ciaspola; inoltre lo stesso sistema è dotato di una posizione intermedia detta “alzatacco” che solleva di qualche centimetro il telaio di aggancio dello scarpone per facilitare la progressione in salita.
COME SI INDOSSANO
Le ciaspole si differenziano in sinistra e destra e per distinguerle la fibbia di chiusura deve sempre essere esterna.
Hanno tutte un sistema abbastanza pratico (si differenziano a seconda della marca) per la regolazione della taglia a seconda della dimensione dello scarpone.
Lo scarpone va inserito in maniera tale da che la punta del piede sia sopra il puntale, quindi va fissato stringendo la cinghia anteriore.
Appoggiato anche il tacco dello scarpone al centro della racchetta, a questo punto si
stringe bene le cinghie posteriori.
COME SI CAMMINA IN PIANO
Calzate le racchette, il movimento è uguale alla normale camminata tenendo conto
dell’ingombro a terra della racchetta stessa.
Dato l’ingombro delle ciaspole, la camminata in piano avviene con passi tendenzialmente più lunghi e con gambe leggermente più larghe del consueto che, per fluidità di movimento, tendono a porsi in atteggiamento divaricato.
La racchetta appoggia su tutta la sua superficie inferiore e ciò porta naturalmente a
diminuire l’azione del piede all’altezza della caviglia.
Il passo deve essere deciso sia in fase di sollevamento, in quanto spesso la neve fresca tende a trattenere la racchetta al suolo, e sia in fase di appoggio del piede.
Nello stesso tempo il movimento deve essere fluido, il busto eretto senza eccessivi
spostamenti in avanti o indietro in modo da concentrare il peso e lo sforzo sulle gambe e non sulla schiena.
La racchetta si deve tenere sbloccata (a tallone libero) in modo da consentire un
movimento sciolto e naturale, non si deve sollevare parecchio la racchetta nel compiere i passi ma quasi farla scivolare sulla neve.
In caso di neve sprofondante conviene bloccare il tallone per poter recuperare
rigidamente la racchetta ad ogni passo così che la camminata assuma un tipico
andamento “a papera”.
E’ consigliabile utilizzare i bastoncini da sci o i classici bastoncini telescopici da
escursionismo, con il dischetto largo sulla punta; questi ultimi sono più idonei in quanto si possono regolare in altezza.
Per rendere la camminata più fluida e sicura si procede portando avanti prima il
bastoncino e poi la gamba opposta; in pratica avanzando con la gamba destra si punta in avanti prima il bastoncino sinistro, il movimento non è sempre molto naturale ma con l’esperienza lo diventa.
Questo tipo di progressione è adatta su percorsi pianeggianti o con moderata pendenza in salita, lasciando preferibilmente libero lo snodo della racchetta.
COME SI CAMMINA IN SALITA
Nel caso la pendenza si accentua è consigliabile utilizzare l’alzatacco per ridurre il
lavoro a carico dei polpacci.
Su pendii ripidi si deve cercare di far lavorare il più possibile il ramponcino anteriore, pertanto, la salita va affrontata in maniera diretta (massima pendenza per permettere al ramponcino anteriore di lavorare) puntanto e “gradinando” con il ramponcino anteriore, per assicurare il passo e cercando di non fare passi troppo lunghi per evitare scivolate e inutili affaticamenti; ovviamente è sempre meglio portare prima avanti il bastoncino per un miglior equilibrio e sicurezza.
Se il pendio è ripido per non scivolare si deve puntare bene il ramponcino anteriore
prima di muovere il passo successivo.
Quando il piede è ben puntato ci si alza fino a distensione completa della gamba e
successivamente si porta avanti la gamba opposta.
Per facilitare il sollevamento nei pendii ripidi è opportuno puntare avanti tutte e due i bastoncini e usarli come appoggio in modo da scaricare parte del peso sulle braccia.
COME SI CAMMINA SUL TRAVERSO
Quando si deve affrontare un passaggio in traverso fiancheggiando la montagna,
innanzitutto bisogna valutare il tipo di pendio e la possibilità di creare una traccia
sufficientemente larga per le due racchette parallele.
In molti casi la pendenza non consente di avere i piedi sullo stesso piano di appoggio pertanto bisogna considerare che il movimento risulterà più difficile e in questo caso il piede a valle, che rimane più facilmente sdrucciolevole, deve cercare di essere posizionato con i ramponcini il più possibile verso monte.
Il movimento non risulterà naturale, ma consente di fare maggiore presa, in quanto la parte laterale delle ciaspe non è in grado di fare tenuta.
Per quanto riguarda il traverso di un breve tratto molto ripido, invece è opportuno
posizionare tutte e due i piedi a monte facendo presa con i ramponcini e spostarsi
lateralmente.
In questo caso bisogna sempre muovere un arto alla volta, in modo da avere sempre tre punti su quattro di appoggio.
Quindi si portano avanti prima i bastoncini, uno alla volta, poi si muovono i piedi come descritto sopra, sempre uno alla volta. La progressione risulterà più lunga e faticosa, ma molto più sicura.
COME SI CAMMINA IN DISCESA
In discesa la ciaspola va tenuta sbloccata (togliere l’alzatacco!) come in pianura, se il pendio è lieve si scende tranquillamente puntando prima il tallone e poi la punta della ciaspola, con piccoli passi, e cercando di fare aderire prima la parte posteriore della racchetta e poi il ramponcino anteriore, questo per prevenire la scivolata.
Nel caso il pendio fosse più ripido e la racchetta tende a scivolare in avanti, è necessario adottare una tecnica da discesa sciistica detta telemark; in poche parole, quando la gamba che abbiamo avanti comincia a scivolare si abbassa il baricentro, senza riunire le gambe, ma facendo una decisa genuflessione, quindi gamba e ginocchio avanti protesi a valle ad angolo quasi retto, e gamba posteriore anch’essa piegata portando il ginocchio quasi a toccare la racchetta.
Questa posizione va mantenuta fino a quando ci si è praticamente fermati, in modo da portare avanti l’altra gamba e ripetere lo stesso movimento appena si ricomincia a scivolare, le braccia in questo caso devono essere protese in avanti e con una buona apertura per mantenere il più possibile l’equilibrio ed essere pronti a puntare i bastoncini quando ci si deve fermare o si perde l’equilibrio.
Con le ciaspole comunque non è consigliabile affrontare pendii troppo ripidi (non superare i 25% di inclinazione) o con presenza di ghiaccio.
In caso si debbano affrontare salite in quota, dove c’è probabilità di trovare superfici ripide e ghiacciate, è consigliabile essere adeguatamente attrezzati con ramponi ed eventualmente imbragatura e corda… ma questo sarà affrontanto più avanti…
Per il trasporto su terreni in assenza di neve le ciaspole si possono portare in mano ma la cosa migliore è fissarle allo zaino in modo da avere entrambe le mani libere.