Il Vallone Lacerno è il risultato dell’erosione delle acque del fiume omonimo nel corso di milioni di anni che ha inciso uno stupendo canyon sul versante laziale dei Monti Marsicani, appena al di fuori dei confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, sulle alture del paese di Campoli Appennino.
Il percorso, anche se non segnalato, è comunque ben evidente, e dopo diversi obbligati guadi nel torrente porta fino ad una meravigliosa cascata nel profondo della gola, detta “Cuccetto del Diavolo”.
Dato l’ambiente particolare, è innanzitutto necessario evitare le stagioni più piovose o, comunque i periodi o i momenti in cui il torrente potrebbe avere una portata d’acqua tale da rendere impossibile o pericolosa l’escursione.
L’acqua del torrente Lacerno è sempre freddissima, anche in piena estate. Inoltre, soprattutto nella parte più interna del canyon, c’è sempre molta umidità. Anche in estate, è quindi buona norma avere sempre un guscio impermeabile da utilizzare per l’evenienza.
Il luogo è, a parere di escursionisti esperti, un’attrazione di rilevanza nazionale ed internazionale, che richiama appassionati da tutta Italia: meriterebbe forse migliore manutenzione nel sentiero e maggiore pubblicità tra gli appassionati. Ovviamente, l’itinerario non offre panorami, prati o larghi spazi, ma è di sicuro interesse e divertimento per ogni escursionista. La discesa avviene abbastanza rapidamente, su percorso impervio e alquanto assolato, che entra ed esce dalla macchia ricca di ginepri (attenzione agli aculei!), e che, man mano che scende, penetra in una vegetazione gradualmente più fitta, mentre il rombo dell’acqua si fa sempre più chiaro.
Alla base del vallone si può fare il cambio di calzature, mettere al sicuro la macchina fotografica, e iniziare la parte “anfibia” dell’escursione: il sentiero entra ed esce dal torrente, attraversandolo e guadandolo più volte. E’ sempre ben evidente e necessita in alcuni casi di attenzione nell’attraversamento, causa corrente impetuosa, profondità dell’acqua e scivolosità delle pietre. Vari microclimi si succedono, con tratti più asciutti dove il carpino si mischia all’acero. Le pareti si avvicinano sempre più l’una all’altra, per poi distaccarsi e avvicinarsi nuovamente. Questo fino al tratto finale, dove, all’interno del canyon, si fa quasi buio e aumenta la sensazione di freddo dovuta al pulviscolo e all’umidità.
Siamo vicini al “Cuccetto del Diavolo”, splendida cascata, dell’altezza di quasi 10 metri: si supera una curva all’interno della gola, cercando di mantenere l’equilibrio sui massi o sui tronchi di legno; oppure immergendosi fino alla vita nell’acqua gelida. Le pareti sono distanti non più di un paio di metri, la luce penetra con difficoltà.
Ma la cascata (con ben poco di demoniaco!) è dietro l’ultima guglia: uno spettacolo incomparabile della natura, un vero e proprio gioiello!
Per il ritorno ripercorrere a ritroso il sentiero di andata.
Testo parziale di Marco Tarantino
Come Arrivare
Se giungete da Sora andate in direzione Forca d’Acero/Pescasseroli, superato il paese di Campoli Appennino arrivate all’altezza del distributore Tamoil (almeno per ora) sulla vostra sinistra, quindi proseguite per altri 2,9Km dove troverete l’incrocio con Via Querceto alla vostra sinistra, predetela e proseguite, al terzo tornate vi fermate e parcheggiate circa 2,3Km. dall’inizio di Via Querceto.
Se giungete da Pescasseroli, superato Forca d’Acero, al bivio con San Donato Val Comino dirigetevi verso Sora, arrivati all’incrocio con la strada che va verso Alvito continuate per giusto 1Km e sulla destra troverete la strada Via Querceto, seguite le stesse indicazioni di prima.
Se giungete da San Donato Val Comino, andate verso Forca d’Acero, al bivio dirigetevi verso Sora, arrivati all’incrocio con la strada che va verso Alvito seguite le stesse indicazioni di prima.